Come verificare l’autenticità di una borsa di lusso
Verificare l’autenticità di una borsa Hermès, Chanel o Vuitton è fondamentale. Scopri tutti i dettagli da controllare: codici, cuciture, pelle, certificati e insidie legali.

Un mercato in crescita, ma anche ad alto rischio
Nel mercato delle borse da collezione, l’autenticità è la base su cui si costruisce ogni scelta. Non si tratta solo di evitare truffe o falsi, ma di valorizzare ogni dettaglio che rende una borsa un pezzo d’archivio.
Nel 2024 il mercato globale delle borse di lusso contraffatte ha superato i 30 miliardi di dollari, secondo Il Post. Per ogni borsa autentica venduta, circolano online e offline numerose repliche false, spesso indistinguibili a occhio inesperto. Social network, rivenditori non autorizzati e marketplace poco trasparenti alimentano un sistema opaco, in cui il rischio di frodi è elevato.
Oltre al danno economico, c’è anche una questione sanitaria: secondo Altroconsumo, oltre il 50% delle borse contraffatte analizzate emetteva solventi e sostanze potenzialmente tossiche. Verificare l’autenticità di una borsa non è quindi solo una forma di tutela personale ma anche patrimoniale, oltre che una competenza indispensabile, soprattutto per chi intende collezionare con consapevolezza.
Controllare la pelle: odore, grana e cuciture
Le grandi maison utilizzano pelli conciate naturalmente, che rilasciano un odore neutro e avvolgente, mai chimico. La grana deve essere regolare, ma non perfetta: ogni pelle autentica presenta leggere irregolarità, segno della lavorazione artigianale. Le cuciture — specialmente nel caso di Hermès — sono realizzate a mano con il tradizionale punto sellier, sempre simmetrico, resistente e perfettamente rifinito.
Vanity Fair consiglia: “guardate il bordo” — le cuciture che sbordano o la pelle incollata invece che rifinita sono segnali di allarme immediato.
La forma è altrettanto rilevante: una borsa autentica mantiene la sua struttura anche dopo anni. Secondo Finarte, “l’integrità del volume e la tensione della pelle sono tra i primi elementi da osservare in una borsa vintage”.
Numero seriale e codici interni
Ogni maison ha un proprio sistema di codifica.
Ogni borsa Hermès, ad esempio, ha un codice di produzione inciso in modo discreto, che include l’anno, l’artigiano e l’atelier di produzione.
Chanel adotta adesivi numerici interni e card con codice corrispondente, mentre Louis Vuitton impiega codici alfanumerici che indicano luogo e data di produzione.
Ma attenzione: la presenza di un codice non garantisce di per sé l’autenticità, molti falsi riproducono i codici in modo credibile. Come sottolinea Il Post, “un codice coerente è necessario, ma non sufficiente”. Va infatti verificato che il codice corrisponda esattamente al modello, al colore e all’anno di quella specifica borsa.
Hardware e dettagli metallici
I dettagli metallici parlano chiaro: devono essere pesanti, incisi con precisione, privi di sbavature
Hermès utilizza metalli placcati in oro 18k o palladio, e le incisioni devono essere sottili e centrate. Anche le viti sono specifiche: ad esempio, Chanel utilizza viti a testa piatta o stella, mai a croce.
Finarte ricorda che “l’ossidazione precoce o il cambio di colore dei metalli possono indicare restauro mal eseguito o contraffazione”.
Packaging e accessori: più importanti di quanto sembri
La confezione è parte integrante dell’identità del pezzo, Secondo Christie’s, la presenza della confezione originale e dei relativi accessori può aumentare il valore fino al +30%.
Le confezioni originali hanno misure e colori codificati: la scatola Hermès è arancione Pantone specifico, con stampa netta e carta di seta spessa. Chanel include dust bag nera , libretto, card numerata e nastri in gros grain. Mentre Louis Vuitton ha cartellini con codice e busta in cartone rigido personalizzata.
Le imitazioni spesso mancano di coerenza, o usano materiali economici: Vanity Fair segnala che le imitazioni spesso falliscono nei dettagli più piccoli: carta troppo sottile, colori leggermente diversi, cuciture storte nella dust bag.
Studio Legale Torino riporta che “l’utilizzo di packaging contraffatto è uno degli elementi che può costituire prova di dolo in sede legale”.
Certificazioni vere e false: come orientarsi
I COA (certificati di autenticità) originali sono rilasciati solo da boutique ufficiali, case d’asta affidabili o expertise indipendenti abilitati.
Alcune maison stanno introducendo soluzioni digitali per rafforzare l’autenticità delle proprie borse, come il progetto Aura di LVMH, che utilizza la tecnologia blockchain per associare univocamente ogni pezzo al suo certificato digitale.
Attenzione ai COA (certificati di autenticità) generici acquistabili online: non hanno valore legale e possono ingannare anche i collezionisti più esperti.
Tuttavia, come ricorda Finarte, “l’autenticazione resta oggi una pratica fisica e documentale, fatta di esperienza e confronto diretto”, per questo motivo Finarte e Collecto raccomandano di acquistare solo da canali verificati, che offrano anche servizi di expertise indipendente e garanzia di autenticità scritta.
La fonte d’acquisto è il primo segnale di sicurezza. Collezionisti esperti si affidano a canali certificati, dove ogni borsa è verificata da da un team specializzato.
Studio Legale Torino ricorda che in Italia, vendere — o anche solo acquistare — borse contraffatte può comportare conseguenze penali e sanzioni, sia per il venditore che per l’acquirente, anche in caso di buona fede.
Riconoscere una borsa autentica non è solo una questione estetica, ma culturale, legale e curatoria. Ogni borsa originale racconta una storia fatta di materia, maestria e identità, Collecto protegge il collezionista partendo proprio da qui: ogni pezzo è accompagnato da una documentazione completa, una tracciabilità verificata e un expertise curatoriale dedicato. Perché collezionare borse significa prima di tutto sapere di cosa si sta parlando.